Nel 1929 nel palazzo imperiale Topkapi di Istanbul fu ritrovata una
mappa disegnata su pergamena, risalente al 1513 e firmata da Iri Ibn Haji
Memmed, un ammiraglio della marina turca noto con il soprannome di Piri Reis.
Questa
mappa, di documentata autenticità e notevole precisione riguardo a latitudine e
longitudine, rappresenta l’oceano Atlantico, parte della costa della Francia,
la Spagna, parte dell’Africa, le coste e parte dell’interno delle Americhe e
parte dell’Antartide.
La mappa presenta alcuni errori, che dimostrano come sia stata disegnata unendo diverse mappe più antiche, che raffiguravano con maggiore precisione aree geografiche circoscritte; ad esempio, il Rio delle Amazzoni è stato disegnato due volte. Si ipotizza che l’assemblaggio delle mappe più antiche sia avvenuto ad opera di geografi greci presso la biblioteca di Alessandria. Il centro della mappa, chiaramente incompleta, visto che in origine doveva trattarsi di un planisfero, si trova in Egitto, nei pressi di Syene, là dove il meridiano passante per Alessandria interseca il Tropico del Cancro. Nella mappa sono presenti aree geografiche che all’inizio del XVI secolo non erano ancora state esplorate: lo Yucatan, la cordigliera delle Ande, il Rio delle Amazzoni. In altri casi, come per quanto riguarda gli estuari dell’Orinoco, sembra che sulla mappa siano raffigurate caratteristiche geografiche corrette, ma risalenti a migliaia di anni fa. In particolare, la mapparappresenta una parte della costa e dell’interno dell’Antartide, senza il ghiaccio che attualmente ricopre quei territori. Si tratta della Terra della Regina Maud, raffigurata con un margine di errore di circa 60 miglia e posta ad una corretta longitudine e latitudine, se si tiene conto degli errori di cui sopra. È da notare che il continente antartico fu scoperto ufficialmente nel 1818, e cioè trecento anni dopo la realizzazione della mappa di Piri Reis, e che è ricoperto da uno strato di ghiaccio spesso centinaia di metri e formatosi a partire almeno dal 4.000 a.C., oltre seimila anni fa. In epoca storica, è stato possibile rilevare per la prima volta i contorni della costa antartica negli anni ’40 del XX secolo, ad opera di una spedizione scientifica britannico-svedese, tramite il metodo sismico a riflessione. Quella di Piri Reis non è la sola mappa antica a presentare delle anomalie degne di nota. La Mappa del Nord di Tolomeo mostra la Svezia meridionale coperta dai ghiacci, come doveva essere durante l’ultima era glaciale, circa diecimila anni fa. La mappa di Zeno del 1380 mostra la Groenlandia senza ghiaccio e la pone, insieme ad Islanda, Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Scozia, Isole Shetland e Faroe alle corrette latitudine e longitudine. Le mappe di Oronteus Finaeus del 1532, di Gerhard Kremer, detto Mercatore, del 1538 e di Philippe Bauche del XVIII secolo raffigurano l’Antartide senza ghiaccio. La mappa di Hadji Ahmed del 1559 raffigura le coste americane sull’oceano Pacifico e un ponte di terra che collega l’Alaska alla Siberia, forse realmente esistito durante l’ultima era glaciale. La mappa di De Canerio del 1502 raffigura in modo molto preciso le coste occidentali e orientali dell’Africa, all’epoca ancora largamente inesplorate. La mappa di Iehudi Ben Zara mostra una baia alla foce del Guadalquivir, là dove attualmente è invece presente un grande delta, formatosi nell’arco di migliaia di anni, e presenta l’Inghilterra e l’Irlanda parzialmente coperte di ghiaccio, come dovevano essere durante l’ultima era glaciale. A proposito delle tecniche utilizzate nella realizzazione delle mappe sopra indicate, va ricordato che, in epoca storica, latitudine e longitudine possono essere calcolate con precisione soltanto a partire dal XVIII secolo.
La mappa presenta alcuni errori, che dimostrano come sia stata disegnata unendo diverse mappe più antiche, che raffiguravano con maggiore precisione aree geografiche circoscritte; ad esempio, il Rio delle Amazzoni è stato disegnato due volte. Si ipotizza che l’assemblaggio delle mappe più antiche sia avvenuto ad opera di geografi greci presso la biblioteca di Alessandria. Il centro della mappa, chiaramente incompleta, visto che in origine doveva trattarsi di un planisfero, si trova in Egitto, nei pressi di Syene, là dove il meridiano passante per Alessandria interseca il Tropico del Cancro. Nella mappa sono presenti aree geografiche che all’inizio del XVI secolo non erano ancora state esplorate: lo Yucatan, la cordigliera delle Ande, il Rio delle Amazzoni. In altri casi, come per quanto riguarda gli estuari dell’Orinoco, sembra che sulla mappa siano raffigurate caratteristiche geografiche corrette, ma risalenti a migliaia di anni fa. In particolare, la mapparappresenta una parte della costa e dell’interno dell’Antartide, senza il ghiaccio che attualmente ricopre quei territori. Si tratta della Terra della Regina Maud, raffigurata con un margine di errore di circa 60 miglia e posta ad una corretta longitudine e latitudine, se si tiene conto degli errori di cui sopra. È da notare che il continente antartico fu scoperto ufficialmente nel 1818, e cioè trecento anni dopo la realizzazione della mappa di Piri Reis, e che è ricoperto da uno strato di ghiaccio spesso centinaia di metri e formatosi a partire almeno dal 4.000 a.C., oltre seimila anni fa. In epoca storica, è stato possibile rilevare per la prima volta i contorni della costa antartica negli anni ’40 del XX secolo, ad opera di una spedizione scientifica britannico-svedese, tramite il metodo sismico a riflessione. Quella di Piri Reis non è la sola mappa antica a presentare delle anomalie degne di nota. La Mappa del Nord di Tolomeo mostra la Svezia meridionale coperta dai ghiacci, come doveva essere durante l’ultima era glaciale, circa diecimila anni fa. La mappa di Zeno del 1380 mostra la Groenlandia senza ghiaccio e la pone, insieme ad Islanda, Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Scozia, Isole Shetland e Faroe alle corrette latitudine e longitudine. Le mappe di Oronteus Finaeus del 1532, di Gerhard Kremer, detto Mercatore, del 1538 e di Philippe Bauche del XVIII secolo raffigurano l’Antartide senza ghiaccio. La mappa di Hadji Ahmed del 1559 raffigura le coste americane sull’oceano Pacifico e un ponte di terra che collega l’Alaska alla Siberia, forse realmente esistito durante l’ultima era glaciale. La mappa di De Canerio del 1502 raffigura in modo molto preciso le coste occidentali e orientali dell’Africa, all’epoca ancora largamente inesplorate. La mappa di Iehudi Ben Zara mostra una baia alla foce del Guadalquivir, là dove attualmente è invece presente un grande delta, formatosi nell’arco di migliaia di anni, e presenta l’Inghilterra e l’Irlanda parzialmente coperte di ghiaccio, come dovevano essere durante l’ultima era glaciale. A proposito delle tecniche utilizzate nella realizzazione delle mappe sopra indicate, va ricordato che, in epoca storica, latitudine e longitudine possono essere calcolate con precisione soltanto a partire dal XVIII secolo.
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