“Quando gli uomini
cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle
figlie, avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano
belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte. Il SIGNORE disse:
«Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo poiché, nel suo
traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi
anni». In quel tempo c’erano sulla
terra i giganti, e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono
alle figlie degli uomini, ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli
uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi. Genesi 6;4”
Sui cinque continenti,
molte leggende e racconti menzionano l´esistenza dei giganti già migliaia di
anni prima di Cristo. Sulle coste del bacino Mediterraneo, nel cuore
dell’America del Nord e del Sud, nel Tibet, in Oceania, tra i Tianhuanaco e gli
Eschimesi, i giganti sembrano aver lasciato altrettanti ricordi. Sovente, essi
spuntano dai tesori letterari dei poemi epici come quelli di Normandia. Antichi
poemi anglosàssoni raccontano che queste regioni erano un tempo abitate da
civiltà scomparse, da uomini di grande taglia. Questi giganti sarebbero stati
sfidati e vinti, in battaglie come quelle di Gog e Magog, da uomini di
corporatura normale. Alcune tradizioni raccontano anche che i primi giganti
erano buoni. Bellicosi ed aggressivi, alcuni divennero poi dei terribili
cannibali e costituirono presto una minaccia per loro stessi e per gli altri
uomini. La mitologia scandinava descrive l´esistenza di giganti a Utgard,
nemici dei giganti di Asgard. Gli Indiani raccontano dei fatti simili, per non
parlare della mitologia greca che trabocca di racconti dove giganti dalle forme
singolari incontrano degli uomini di taglia normale.
La Bibbia insegna con
molti dettagli che i giganti appartengono a dei popoli pagani che praticano il
cannibalismo. Il passaggio relativo alle dodici spie inviate da Mosé per
esplorare il paese di Canaan è particolarmente esplicito. Di ritorno, essi
spiegano ciò che hanno visto: «Noi non saremo capaci di andare contro questo
popolo, perché è più forte di noi». Screditarono presso gli Israeliti il paese
che avevano esplorato, dicendo: «Il paese che abbiamo attraversato per
esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vi abbiamo
notata è gente di alta statura; vi abbiamo visto i giganti, figli di Anak,
della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste
e così dovevamo sembrare a loro». (Numeri XIII, 31-33).
Gli Anachiti abitano a
Hébron, come pure i figli di Anak, Ahiman, Sesaï e Tholmai. è il caso di
sottolineare che Hébron non è il nome originale di questa città… Il Libro dei
Giudici I, 10 scrive: «Giuda marciò contro i Cananei che abitavano a Ebron, che
prima si chiamava Kiriat-Arba, e sconfisse Sesai, Achiman e Talmai». Giacchè
Arba è il nome del padre dei giganti: gli Enachim. Su ordine di Dio, gli
Anachiti sono sfidati e sterminati dal popolo di Israele: «In quel tempo,
Giosuè si mosse per eliminare gli Anachiti dalle montagnea, da Hébron, da Dabir
e da Anab, di tutte le montagne di Giuda e da tutte le montagne di Israele;
Giosuè li votò allo sterminio con le loro città. Non rimase un Anachita nel
paese dei figli di Israele; solo ne rimasero a Gaza, a Gat e ad Asdod» (Giosuè
XI, 21-22). Come i Refaïm, gli Emim sono una temibile razza di giganti che
troviamo anche in Genesi XIV, 5 e Deuteronomio II, 10. Le traduzioni moderne
della Bibbia non forniscono alcun dettaglio sulla loro taglia. Bisogna riportarsi
ai Settanta, la versione greca dell´Antico Testamento .
La Bibbia attribuisce
parecchi discendenti ai Réphaïm. Uno di loro si chiama Jesbi-Benob. Ha una
lancia molto pesante: «I Filistei mossero di nuovo guerra ad Israele e Davide
scese con i suoi sudditi a combattere contro i Filistei. Davide era stanco e Isbi-Benòb,
uno dei figli di Rafa, che aveva una lancia del peso di trecento sicli di rame
ed era cinto di una spada nuova, manifestò il proposito di uccidere Davide…»
(II Samuele XXI, 15-16). Il primo Libro delle Cronache XX, 5, descrive un´altra
lancia molto grande: «Ci fu un´altra guerra con i Filistei, nella quale Elcanan
figlio di Iair uccise Lacmi, fratello di Golia, di Gat, l´asta della cui lancia
era come un subbio di tessitore» e «Dall´accampamento dei Filistei uscì un
campione, chiamato Golia di Gat; era alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa
un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di
cinquemila sicli di bronzo. Portava alle gambe schinieri di bronzo e un
giavellotto di bronzo tra le spalle. L´asta della sua lancia era come un subbio
di tessitori e la lama dell´asta pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui
avanzava il suo scudiero» (I Samuel XVII, 4-7). Nelle misure attuali, il
gigante Golia misurava 3,12 metri, la sua corazza pesava tra 55 e 80 kg. e le punte
della sua lancia tra 6,6 e 9,6 chili.
L´Antico Testamento descrive un gigante
che ha sei dita per mano e per piede: «Ci fu un´altra battaglia a Gat, dove si
trovò un uomo di grande statura, che aveva sei dita per mano e per piede, in
tutto ventiquattro dita: anch´egli era nato a Rafa» (II Samuele XXI, 20). Lo
stesso passaggio è ripreso in I Cronache XX, 6. Il Re Og, uno dei re Amorrei:
«Perché Og, re di Basan, era rimasto l´unico superstite dei Refaim. Ecco, il
suo letto, un letto di ferro… è lungo nove cubiti secondo il cubito di un uomo»
(Deuteronomio III, 11). Egli farà parte dei re vinti il cui territorio sarà
occupato dai figli d´Israele (Giosuè XII, 4).
In Numeri XXI, 33 si menziona
ancora il gigante Og. Battuto da Mosé e dal popolo d´Israele nella battaglia di
Edraï, regnò su Ashtaroth che comprende la regione di Argob e sessanta città
fortificate protette da alte mura. «Mosè aveva dato una parte a metà della
tribù dei figli di Manàsse, secondo le loro famiglie ed essi ebbero il
territorio da Macanaim, tutto il Basan, tutto il regno di Og, re di Basan, e
tutti gli attendamenti di Iair, che sono in Basan: sessanta città. La metà di
Gàlaad, Astarot e Edrei, città del regno di Og in Basan furono dati ai figli di
Machir, figlio di Manàsse, anzi alla metà dei figli di Machir, secondo le loro
famiglie» (Libro di Giosuè XIII, 29–31). Og, al presente, resta il solo della
razza dei Refaim dopo il Diluvio (Deuteronomio III, 11
Figli di Dio = Angeli,
che successivamente sono stati giudicati da Dio per il loro gesto, e vengono
chiamati angeli decaduti.
Possiamo porci la domanda sulla natura degli angeli
decaduti a potere procreare e di conseguenza a poter generare una razza di
giganti empi. Secondo il Nuovo Testamento, gli angeli sono asessuati: «Alla
risurrezione infatti, non si prenderà né moglie né marito, ma si sarà come
angeli nel cielo» (Matteo XXII–30). Ma il passaggio «I figli di Dio videro che
le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero»
(Genesi VI–2) lascia intendere che si tratta di unioni durature, dunque di
matrimoni tra la discendenza di Caino e quella di Seth, l´una empia, l´altra
devota, e fin qui totalmente separate. L´espressione «figli di Dio» si
riferisce a tutti i credenti e l´espressione «figli degli uomini» a tutti gli
empi, senza allusione alla loro origine naturale. Qualunque sia
l´interpretazione, è certo che Satana si sforza di corrompere la razza e di
impedire la venuta del Messia per riscattare l´uomo. Ma Dio risparmia un resto
fedele: «Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore» (Genesi VI–8) e si riserva
una stirpe di uomini credenti.
Le scoperte archeologiche sembrano confermare i
Testi Sacri della Bibbia.
Dimostrano chiaramente che i giganti hanno abitato la
terra e i suoi cinque continenti.
In Sud-America, nella Cordigliera delle
Ande, possiamo ammirare tra le vestigia della città di Tianhuanaco, delle
muraglie costruite con splendide pietre di sessanta tonnellate poste su dei
blocchi di gres di cento tonnellate. L´insieme, malgrado l´erosione del tempo,
presenta una superficie liscia, come se una pialla avesse tolto ogni irregolarità.
A questo lavoro di un´incredibile precisione, si aggiunge l´incomprensione
relativa al trasporto di tali blocchi, estratti, secondo gli archeologi, da una
cava lontana 320 chilometri. Quali tecniche utilizzarono quei misteriosi
costruttori in un´epoca in cui, come per le piramidi d’Egitto, erano
sconosciute la leva e la ruota? Gli indiani che abitano questa regione delle
Ande, dicono che la città di Tianhuanaco è stata costruita prima del Diluvio da
una razza di giganti che viveva a contatto degli uomini.
Degli scavi hanno
permesso di estrarre dei resti di ossa, di crani e di scheletri di uomini alti
tre metri. Ma la scoperta più prestigiosa ed affascinante, è quella di gallerie
sotterranee lunghe chilometri e che portano a maestose sale grandi come hangars
di aerei. Gli indiani spiegano che questi sotterranei percorrono una grande
parte dell´America del Sud. Recenti investigazioni sembrano attestarlo. è stato
scoperto un accesso chiuso da una lastra in pietra alta 8 metri, larga 5 e
spessa 2,5. Quando questa porta potè essere aperta, gli archeologi si accorsero
che ruotava su delle biglie in pietra mosse da un sistema idraulico.
All´interno, il suolo e le pareti sono perfettamente lisci. In un grande
locale, c´erano delle sedie e dei tavoli fabbricati con un materiale
sconosciuto. Alcune di queste opere erano ornate da sculture in oro puro
rappresentanti delle scimmie, dei felini, degli elefanti e dei dinosauri. Tali
prodigi architettonici ed artistici dimostrano che le civiltà antiche
dominavano perfettamente queste tecniche sorprendenti.
In Perù, nell’antica
città di Ollantaytambo, si possono ammirare dei blocchi di pietra scolpita alti
3,5 e 5 metri e provenienti certamente da un´antica cava localizzata a 11
chilometri. Sempre in Perù, possiamo ammirare la celebre fortezza ciclopica di Sacsehuaman
che si erge su una collina che domina la città di Cuzco. Uno dei suoi muri
misura 20 metri di altezza. Fu eretta al tempo degli Incas, probabilmente per
iniziativa di Pachacutec e su disegno del suo architetto Huallpa Rimachi.
L’opera fu proseguita sotto il regno di Tupac Inca Yupanqui, e forse compiuta
sotto quello di Huayna Capac. Si pensa che lavorarono alla sua costruzione per
60 anni da 20 a 30.000 uomini. Questa fortezza è composta da tre bastioni
paralleli, lunghi 600m, disposti a zig-zag, che sono costituiti da blocchi
monolitici (di cui il più grande misura 9m di altezza, 5 di larghezza e 4 di
spessore, per un peso di circa 350 tonnellate) perfettamente uniti e incastrati
uno nell´altro. Le mura di cinta, che misurano circa 360m di lunghezza, sono
collegate da scale e da porte trapezoidali. La tecnica utilizzata per
trasportare e assemblare tali massi resta un mistero.
In un moseo dePerù
esposte 15.000 pietre incise risalenti ad un periodo antidiluviano, secondo le
analisi del Dr. Cabrera Darquea. Su alcune di queste, si vedono dei dinosauri e
degli uomini, mentre altre mostrano dei chirurghi che effettuano un´operazione
al cuore, delle rappresentazioni stellari o su svariati argomenti che hanno
attinenza ad altre conoscenze scientifiche.
Nel 1945, nella città
messicana di Acambaro, il ricercatore tedesco Waldemar Julsrud fa una scoperta
inattesa. Ai piedi della Sierra Madre, disseppellisce 32.000 ceramiche di uno
stile completamente sconosciuto, rappresentanti dei cammelli, dei rettili, dei
volti umani ed perfino dinosauri. Parecchi specialisti della preistoria,
incuriositi da queste strane amalgame che contraddicono tutta la teoria del
darwinismo, delle datazioni e della scomparsa dei dinosauri, hanno dunque
sottoposto questi segreti della storia a numerosi studi. Stupore! Emerge che la
realizzazione delle ceramiche di Acambaro è autentica e verosimilmente vicina
al periodo del Diluvio. é la ragione per la quale queste vestigia, che
contraddicono con forza la versione ufficiale dell´archeologia, devono restare
nel segreto del convenzionale, dello scientificamente corretto. La loro
divulgazione screditerebbe i diktat della scienza contemporanea, cioè quelli
dei clan dei finanzieri. Quindi non fu più rivolto verso quei veri tesori
nessun interesse. Poteva del
resto essere altrimenti? Quando si nega Dio, si
nega Tutto!
Dall´altro lato dell´oceano Atlantico, cioè sulle isole che
bordano la Gran Bretagna, e dalla Svezia all´isola di Malta, lungo le coste
della parte ovest del continente europeo, i giganti hanno lasciato
indiscutibilmente numerose e preziose testimonianze del loro passaggio.
Degli
enigmatici cerchi, dei templi sontuosi, sono stati edificati su colline e
foreste. I siti megalitici più conosciuti sono quelli di Carnac in Bretagna e
di Stonehenge in Inghilterra, dove alcuni megaliti arrivano a più di 30
tonnellate. Provengono dalle montagne gallesi di Prescelly, distanti 350
chilometri. A dispetto del loro peso, questi megaliti formano un cerchio
perfetto, come se un compasso a scala astronomica ne avesse tracciato le
circonferenze. C´è poi la costruzione di due cerchi concentrici costituiti da
«pietre blu» di 5 tonnellate ciascuna e importate anch´esse dal Galles.
L´erezione delle 80 «pietre blu» non è mai stata terminata. Di questo periodo,
stimato al 2100 a.C.
Nell´Oceano Pacifico, nell´Isola di Pasqua, le sue
immense statue di pietra hanno ispirato innumerevoli teorie che hanno fatto
scorrere l´inchiostro degli scrittori più immaginosi.
Tra le 600 statue
scoperte, dagli stili molto diversi, alcune pesano fino a 20 tonnellate e
misurano dai 4 ai 7 metri di altezza. Le ricerche dimostrano che la maggior
parte di queste statue, scolpite con un´enigmatica perfezione, proviene dai
versanti del vulcano Rano Raraku.
Nel Libano, il treno che va da Beirut a
Homs passa davanti alle rovine di Baalbek, a 1150 metri di altitudine. Sebbene
i Greci ed i Romani vi abbiano edificato dei templi sontuosi, queste rovine
composte da pietre colossali lunghe 20 metri e larghe 5, pesanti 2000
tonnellate, sono loro anteriori. Questo caso è unico al mondo. Perché mal si
immagina come una tecnica, per quanto avanzata, avrebbe permesso di trasportare
un blocco di 2000 tonnellate, mentre la cava di Baalbek è a un chilometro. Una
di queste pietre porta il nome di Hadjer-el-Gouble, (pietra del sud). Degli
scrittori arabi pensano che la città di Baalbek è stata costruita in onore
delle divinità Baal ed Astarte.
Le piramidi egiziane conducono agli stessi
interrogativi. La costruzione di Cheope ha richiesto 2.300.000 blocchi di
pietra che pesano fino a 15 tonnellate. Ignoriamo quale modo fu utilizzato per
trasportarli e come furono assemblati con tale precisione millimetrica. Dei
testi appartenenti alla tradizione copta spiegano che, su ordine del re Saurid,
la piramide di Cheope sarebbe stata costruita da una razza di giganti.
Nel 1895 la rivista “Strand Magazine” pubblicò la foto di un gigante
fossilizzato. Venne fatto immediatamente sparire. Per fortuna un fotografo fece
in tempo a fotografarlo mentre giaceva in un magazzino, appoggiato ad un vagone
ferroviario: era alto 3 metri e 70 cm. Le costruzioni megalitiche posteriori al
Diluvio e alla Torre di Babele, datano a circa 2000 o 2200 anni a.C.. Secondo
la lettura di Genesi VI-4, sappiamo che Cam nacque 100 anni prima del Diluvio.
Inoltre, possiamo naturalmente supporre che abbia potuto ereditare delle
conoscenze in architettura dai discendenti di Caino, dei giganti. Riguardo alle
vestigia, le ossa dei giganti che sono anteriori al Diluvio furono ritrovate
nei più profondi strati geologici. Le scoperte fatte in Texas, nel Paluxy River
vicino a Glen Rose, o quelle del geologo, Dr. C.L. Burdick nel 1935, su questi
stessi strati calcarei del Cretaceo antico, cioè le impronte di piedi giganti
accanto a quelle di zampe di dinosauri, smentiscono formalmente che la
scomparsa di questi ultimi sia avvenuta milioni di anni fa.
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