sabato 4 febbraio 2012

Baalbek, la città dei giganti

Baalbek, Libano, un incredibile mistero lasciato ai posteri chissà quante migliaia di anni fa, la sua lunghezza è di 22 metri, il suo peso è di circa 1200 tonnellate, in lingua araba essa è Hajjar el-Houble (La roccia della partoriente) per noi occidentali è detto Monolito. Per quanto ne sappiamo, è al momento, il più grande blocco di pietra lavorato della storia.


Un monolite è un ente geologico come una montagna, consistente di un unico blocco massiccio di pietra o roccia; oppure può essere un singolo pezzo di roccia piazzato come un monumento, o all'interno di esso.
Facendo un piccolo paragone, ma di grande effetto, pensiamo solo che questo monolite pesa tre volte di più del blocco, di pietra, più pesante (circa 400 tonnellate) della piramide detta di Cheope.
Per altro nessun egittologo è ancora riuscito a spiegare come gli antichi egizi, senza possedere strumenti d'acciaio, abbiamo potuto intagliare e levigare colossali blocchi di granito con una precisione maggiore di quella ottenuta ai giorni nostri nelle cave, come abbiano, poi, trasportato e assemblato in maniera così precisa senza lasciare spazio fra un masso e l'altro resta un altro mistero, ma di questo parleremo in un altro articolo.
Il nome Baalbek deriva etimologicamente dalla radice "Baal-", che ci riporta all'omonima divinità di origine semitica, legata ad El, che le era superiore. Se El simboleggiava l'eterno divenire, Baal era invece simbolo della materia e della caducità. Il luogo era consacrato anche all'altra dea Astarte, la dea madre, il cui culto comportava prostituzione e orge sacre. Il vero enigma di Baalbek è di natura architettonica e risiede nel cosiddetto "trilite", ovvero una parte della piattaforma, composta da tre grandi massi, ognuno dal peso di 800 tonnellate circa. Sicuramente i più grandi mai utilizzati per una costruzione sulla Terra. Questi dovettero essere issati da chissà quale forza o energia a un'altezza di almeno sei metri per poi essere posti su altre pietre, andando a formare questa enorme piattaforma.





Chi può aver costruito quelle enormi fondamenta di pietra?


Alcuni esperti sostengono che siano stati i Romani a costruire l'imponente terrazza, ma nessun imperatore si è mai fregiato di aver compiuto un'opera così fantastica. E non vi è neppure alcuna documentazione di tecniche romane in grado di spostare pietre del peso di circa mille tonnellate. Di più, non vi sono prove di alcuna civiltà a noi conosciuta in grado di farlo.
La civiltà Araba sosteneva che Baalbek apparteneva al leggendario re Nimrod. In base ad un antico testo, Nimrod inviò dei giganti per ricostruirla dopo il Diluvio (11.000 a.C. circa secondo la cronologia di Sitchin).

Ma altri manoscritti associano Baalbek alla discendenza di Caino: fu proprio quest'ultimo a costruirla come rifugio dall'ira di Yahweh.
Il patriarca Maronita del Libano sostiene che:


<< La tradizione ci dice che la fortezza di Baalbek è la costruzione più antica del mondo. Caino la costruì nell'anno 133 della Creazione. Le diede il nome di suo figlio Enoch e la popolò con i Giganti che erano stati puniti con il Diluvio per le proprie iniquità. >>
   
Come ogni evento o manifestazione, che la scienza non riesce a spiegare, questa diventa un mistero. L'unico mistero, per me, è la motivazione per cui storiografi e governi mondiali vogliano tenere celato alla massa le prove dell'esistenza di avanzate civiltà antidiluviane.

Qui sotto un piccolo spunto della puntata di Voyager:




1 commento:

  1. Sono molte le testimonianze di una civiltà dei giganti, certamente scomode ed ignorate dall'asset scientifico ma ci sono e mostrano una realtà storica diversa da quella assunta.
    Mi permett odi segnalare questo link:
    http://phoo34.wordpress.com/2011/02/03/cosa-si-cela-sui-fondali-oceanici-iv%c2%b0/

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